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Programmi assistiti dall'animale

Programmi Assistiti dall’Animale

La nostra complessa definisce finalmente il cane non più come soggetto passivo al qual dare affetto o da utilizzare, ma una figura attiva dalla quale ricevere affetto.

Molti ignorano che, il solo fatto di accarezzare un animale comporta una riduzione dello stress perchè abbassa la pressione sanguigna e il ritmo cardiaco. Inoltre è risaputo che , le persone anziane si sentono meno sole; sono più attive e vantano una maggiore vivacità intellettuale, oltre ad una miglior salute rispetto ai loro coetani senza animali.

La presenza di un animale vicino ad un individuo affetto dal morbo di Alzheimer, può stimolare i ricordi e ritardare fortemente la perdita di memoria.

Favorisce la capacità di concentrazione in un bambino iperattivo. Va precisato che la pet therapy è una disciplina socio-sanitaria e prevede l'attuazione di procedure mediche specifiche.

Non è una cura in grado di guarire una persona, ma sicuramente se il percorso è opportunamente studiato e definito INDIVIDUALMENTE con la partecipazione di medici, psicologi, fisiatri ecc. dona BENESSERE PSICO-FISICO in grado di migliorare le condizioni di vita delle persone. Inoltre se attivata preventivamente, stabilizza le condizioni psico-fisiche delle persone e rallenta l'evolversi della patologia. Importante precisare che questa disciplina viene svolta con la collaborazione ed aiuto di un solo animale, IL CANE; in quanto è l'unico a poter essere trasportato e non subire traumi e/o ansie dal trasporto.

Individuiamo il cane come animale co-terapeuta perchè l'unco ad avere una forma di comunicazione simile alla nostra.

A seguito di una lunga e controllata preparazione, in sinergia con lo specialista, il cane diventa fondamentale stimolo e tramite motivazionale nel percorso terapeutico.

Il presupposto che tra l'uomo ed animale possa instaurarsi una relazione sul modello delle relazioni interpersonali e quindi, come in ogni interazione, vi sia uno scambio di sentimenti, di affetti, di emozioni che influenzano i due elementi.

Da ciò discende la possibilità di impiegare in senso terapeutico tale incontro.

L'EQUIPE

La "Pet therapy" non è una panacea, utile a risolvere tutte le malattie. Infatti non è sufficiente affiancare un animale a una persona sofferente per aspettarci il miracolo della guarigione. Una corretta applicazione della "P.T." non coinvolge solo un uomo e un animale, ma anche tecnici competenti del comportamento animale. Quegli interventi di "P.T." dovrebbero essere monitorati da un'èquipe seria composta da:

Educatori e operatori cinofili, Medici veterinari comportamentalisti, Psicologi, Psicoterapeuti ,
Neuropsichiatri ,Pedagogisti, Fisioterapisti, Animatori e Operatori sanitari.

Anche la "Pet Therapy" può essere usata con soggetti affetti da handicap fisici, molti studiosi affermano che l'uso del cane da compagnia aiuta anche il mantenimento dell'aspetto fisico. Lo spazzolare, lanciare la pallina, lavare il cane, etc... sono tutte attività che richiedono un impegno motorio, decisamente più piacevole di un esercizio con un tutore imposto da uno specialista.

"Pet Therapy" e gioco: l'attività ludica generalmente risulta essere un qualcosa di piacevole, aumentando il buon umore, sviluppando la socializzazione, rinforzando l'attività fisica. Anche gli animali, soprattutto se cuccioli, amano giocare molto e possono risultare degli ottimi compagni di gioco, là dove l'isolamento e la solitudine dominano.

"Pet Therapy" e socializzazione: l'animale da compagnia risulta essere un perfetto tramite per lo sviluppo delle relazioni. Uscire al parco con il proprio cane è fonte di incontri, di discussioni, etc...

Sviluppo della responsabilità: alcune volte ci capita di portare a termine un compito assegnatoci con estrema superficialità, a causa di vari motivi, fretta, disinteresse. Il risultato spesso può essere negativo con anche delle conseguenze, più o meno dannose. Accudire un'animale richiede invece una certa attenzione, una "responsabilità" che ci obbliga a svolgere il compito in maniera adeguata perchè in questo caso le conseguenze del disinteresse potrebbero essere molto dannose. Affidare un compito del genere, ad esempio, ad un adolescente, aiuterebbe la sua crescita e a sviluppare il senso dei reali valori della "vita".

PET THERAPY: QUALI PROBLEMI?

Chi è interessato a questo mondo, e pensa di iniziare a conoscerlo meglio per poi proseguire oltre, non deve sottovalutare alcuni problemi:

- Non possono essere coinvolte certamente persone affette da fobie per gli animali.

- Gli animali coinvolti come supporto alla "Pet Therapy" devono possedere delle precise qualità fisiche e caratteriali (livello di reattività molto basso alla presenza di altri animali o di altre persone o di gruppi numerosi, agli stimoli, soprattutto a quelli negativi), buona capacità di memoria, consequenzialità e direzione, etc...

- Gli animali devono essere accuditi in maniera adeguata e il ruolo del medico veterinario nei loro confronti è di garantirne la salute, eventualmente di individuare che nel proseguo delle varie esperienze i soggetti impiegati non abbiano a modificare in senso patologico il loro comportamento.

- Quando si utilizza un cane è indispensabile assicurarlo.

- Se coinvolta una struttura pubblica o privata, bisogna lavorare con il personale che si occuperà del progetto stabilendo delle regole precise, valutando la loro reale motivazione e il grado di impegno.

- Qualsiasi progetto deve essere monitorato da una équipe di tecnici, allo scopo di non iniziare un lavoro "fai da te" poco attendibile.

CENNI STORICI

La "Pet Therapy" nasce negli anni 50 negli Stati Uniti attraverso un famoso neuropsichiatra di nome Boris Levinson. Egli scoprì l'importanza di avere un cane come amico quando uno dei suoi piccoli pazienti affetto da autismo di Kanner chiamò il suo cane per nome. Da quel momento Levinson cercò di favorire la relazione fra il suo cane e quel bambino. Attraverso questa relazione il bambino iniziò ad uscire dalla malattia.

Boris Levinson iniziò a studiare diversi casi con l'aiuto del suo cane. Questa nuova tecnica venne chiamata Pet Therapy. Il nome Pet sta ad individuare il pupazzo di peluche, ecco perchè Pet Therapy può essere anche tradotto con terapia dell'affetto.












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